martedì 31 gennaio 2012


MAGNOLIA

Petali di vita




Recentemente ho rivisto un film del 1999 di cui avevo visto, mio malgrado solo la prima parte. Il titolo del film è Magnolia, frutto del regista americano Paul Thomas Anderson e vede l'intrecciarsi di storie diverse accomunate da un simile grado di drammaticità. Tra gli interpreti principali vi sono attori quali Tom Cruise, Julianne Moore, John C. Reilly, Philip Seymour Hoffman, Philip Baker Hall e Jeremy Blackman. A mio avviso, si tratta di un film particolare incentrato attorno a "storie particolari e comuni" allo stesso tempo, in cui i diversi personaggi vivono le loro vite a metà: in cerca di redenzione per i propri peccati e perdono delle persone care, e alla ricerca dell'amore, quello con la A e quello assente di padri e madri. Al di là delle turbolente storie, ciò che colpisce maggiormente è il modo in cui il regista ci rende partecipi delle situazioni e degli eventi che inevitabilmente e contemporaneamente si susseguono, fino a creare un ritmo veloce e incalzante in cui tutto, davvero tutto può accadere. Tom Cruise non è affatto uno dei miei attori preferiti, ma in questo caso interpreta con sentimento e passione Frank Mackey un uomo cinico il cui lavoro consiste nell'elargire consigli all'interno della propria trasmissione tv "Seduci e distruggi", sulle tecniche di "rimorchio" di donne attraenti senza cadere nella loro trappola d'amore. Dietro la facciata da duro e macho  predominante, Frank nasconde la rabbia nei confronti di un padre assente che ha abbandonato lui e sua madre. Julianne Moore interpreta Linda Partridge, moglie dell'ormai morente  Earl Partridge, padre di Frank Mackey. Linda ha sposato Earl, vecchio produttore di spettacolo solamente per il suo denaro, ma nel momento in cui suo marito si ritrova in fin dei vita a causa del cancro, scopre di nutrire nei suoi confronti sentimenti d'amore vero, rinunciando in tal modo all'eredità e sentendosi terribilmente in colpa per averlo sempre tradito.
Tra gli altri personaggi troviamo Donnie Smith, vecchio concorrente di una trasmissione televisiva per giovani prodigi che ora si ritrova senza lavoro, arrabbiato e malinconico nei confronti del passato e di un'infanzia di cui non è stato protagonista. Stanley Spector è un bambino concorrente dello stesso gioco televisivo cui Donnie anni prima aveva partecipato. In tal caso si  delinea la rivincita di entrambi, Donnie e Stanley, in quanto il giovane prodigio decide di ribellarsi al sistema e ad una vita "televisiva" da cui suo padre vuole trarre profitto. Phil Pharma interpretato dal bravissimo e carismatico Philip Seymour Hoffman è l'infermiere privato di Earl Partridge, è un uomo caratterizzato da un'immensa bontà d'animo che si rivelerà confessore del moribondo Earl, desideroso di rivedere il suo unico figlio Frank. Infine Claudia Wilson Gator e Jimmy Gator sono rispettivamente figlia e padre lacerati da un rapporto ormai finito a causa di moleste ricevute dal padre stesso. Claudia è una donna schiavizzata dall'uso di cocaina e troverà un possibile orizzonte di riscatto attraverso la relazione con un poliziotto divorziato e ligio al proprio lavoro: Jim Kurring.
Jimmy Gator conduttore del programma televisivo quiz per talenti, scopre di avere un tumore alle ossa e confesserà a sua moglie le molestie alla figlia Claudia , in preda al senso di colpa tenterà il suicidio.
Le storie di questi personaggi sono caratterizzate da drammi familiari e personali con i quali ognuno di essi convive nella speranza che qualche evento, ma anche una semplice frase possa dar loro la forza di fare i conti prima con se stessi che con gli altri. A sequenze lente incentrate sui dialoghi si alternano scene dal ritmo concitato in cui lo spettatore segue freneticamente l'alternarsi delle diverse vicende. Magnolia riesce, seppur lentamente ad incollare il pubblico allo schermo, l'elemento chiave è costituito dai personaggi; continuamente ci si chiede che cosa diranno e faranno, quali saranno le loro scelte decisive. In fondo il film ruota proprio intorno a questo nucleo tematico: l'uomo nel suo essere un animale istintivo, l'uomo nella sua fredda razionalità, nella sua generosità e bontà d'animo, nei suoi sensi di colpa, nella sua capacità di voltare pagina e lasciarsi andare alla vita, e nel rendersi conto che nessuno, alla fine, chiude totalmente con il suo passato.
L'incipit del film ruota intorno alle strane coincidenze che accadono nel mondo più spesso di quanto si pensi, non sempre le cose sono come appaiono e la causa di alcuni fatti può derivare da circostanze del caso. E' un caso che verso la fine del film alcune situazioni prendano una certa piega a causa di un'inspiegabile pioggia di rane? No, semplicemente uno strano, stranissimo evento che può verificarsi, questo almeno quello che il film suggerisce. La chiave di lettura potrebbe derivare dal fatto che, per quanto strano sia, un determinato evento spinge le persone, in preda ai loro primordiali sentimenti, a comportarsi in un modo piuttosto che nell'altro, alle decisioni scaturite dalla parte razionale si sostituiscono naturalmente quelle dettate dalla paura. Un film sugli uomini nella loro vulnerabilità, sulle decisioni e le prove che quotidianamente affiorano, sull'apparente casualità dei fatti e il coraggio di guardare al passato.
Noi possiamo chiudere col passato, ma il passato non chiude con noi-Jimmy Gator



lunedì 30 gennaio 2012


WOODY ALLEN STUPISCE CON MIDNIGHT IN PARIS


L'incanto Parigino






Woody Allen mi ha stupito con il suo ultimo film dal titolo Midnight in Paris. E' un film che definireste carino, non pretenzioso, ben girato e recitato. Devo ammettere che non sono una fan del regista, sceneggiatore, scrittore, attore statunitense e chi più ne ha più ne metta, ma, secondo il mio modesto parere è un ottimo fotografo delle città. Può fedelmente intrappolare il meglio di un luogo, la sua anima, la sua vita, i suoi abitanti e le loro abitudini, le strade, i monumenti e i locali.
In questo caso siamo a Parigi: la città dell'amore, degli artisti di strada, dei locali chic, della Tour Eiffel, dei musei, dei meravigliosi giardini e mercatini. Parigi è una città europea, quindi, potremmo dire, niente di nuovo, di particolare o diverso; ma come si è soliti dire Parigi è Parigi e tutti dovrebbero visitarla almeno una volta nella loro vita. Penso che Woody Allen non sia particolarmente bravo come attore, ma dietro la macchina da presa concede buoni risultati, giungendo ad allietarci con piccole e divertenti commedie i cui i personaggi costituiscono il cuore pulsante delle vicende narrate.
La storia è incentrata intorno ad una coppia già scoppiata, in cui lui, Owen Wilson è uno scrittore in cerca di ispirazioni di gusto francese e lei, Rachel McAdams, una ricca giovane, un pò viziata, ipercritica nei confronti del povero e disincantato Wilson e soprattutto decisa a sposarsi solamente per il gusto di farlo. Fin qui si potrebbe dire che il film è uguale alle migliaia di commedie americane prodotte ogni anno. Midnight in Paris, prende le distanze dall'abitudinario scenario commediante trasportandoci in un'epoca passata attraverso un semplice passaggio in un'auto anni venti allo scoccare della mezzanotte parigina. Come d'incanto il nostro protagonista si ritrova a disquisire di vita, scrittura, amore e donne con Hemingway, Fitzgerald, Salvador Dalì, Picasso, Modigliani e tanti altri ancora. Morale della favola è che il passato ha sempre affascinato l'uomo moderno, a qualunque epoca egli appartenesse. L'uomo ha sempre, in cuor suo, desiderato conoscere e confrontarsi con le epoche precedenti, un desiderio legittimo e umano, a riprova del malinconico, incerto e confuso sguardo dell'uomo sulla propria esistenza. L'UOMO NON SI ACCONTENTA DI GUARDARE AL PRESENTE, IL SUO SGUARDO FINISCE SEMPRE UN PO' INDIETRO O UN PO' AVANTI AI SUOI STESSI PASSI.

I SIMPSON E NUOVO CINEMA PARADISO

Sapore di melodia


Spesso il successo di un film è legato alla propria colonna sonora. In questo caso l'artefice del capolavoro è Ennio Morricone, uno dei più importanti artisti nel settore della composizione, e in particolare in quello dei temi composti per il grande schermo. A volte accade anche che un film o una serie televisiva di successo sia soggetta alla satira. In questo caso un piccolo frammento dalla celebre famiglia animata Simpson ne è la dimostrazione.

NUOVO CINEMA PARADISO

Immagini di vita






Uno dei miei film preferiti nel limbo delle opere italiane contemporanee è  Nuovo Cinema Paradiso del 1988 di Giuseppe Tornatore. Al di là della storia d'amore narrata, della realtà sociale, politica ed economica della Sicilia analizzata attraverso gli occhi del protagonista Salvatore, questo film trasuda di passione per il Cinema, costruendo nei fatti un discorso incentrato sulla storia del cinema. Una delle scene più belle risulta dalla miscela di diversi ritratti di baci all'interno di una sala cinematografica. Questo film mi ha sempre fatto sognare ad occhi aperti il grande amore, quello che solo i grandi film e i grandi romanzi sanno narrare, quello che raramente si trasforma in realtà...
La storia è quella del piccolo Salvatore detto Totò che aiuta il suo amico Alfredo, proiezionista all'interno del cinema di paese: "Cinema Paradiso".  Totò è affascinato dal cinema, da quelle immagini in bianco e nero che solitamente passano al varo del giudizio morale del prete Don Adelfio, spesso criticate e censurate a causa di un'eccessiva volgarità carnale traducibile in quelli che oggi definiremmo innocenti baci. In seguito ad un incidente all'interno della cabina proiezioni, il cinema paradiso diviene Nuovo Cinema Paradiso. Anni dopo il giovane Salvatore conosce l'amore, il grande amore della sua vita: Elena, una ragazza del nord trasferitasi in Sicilia insieme alla sua famiglia. Nonostante la disapprovazione della famiglia di Elena, i due ragazzi si frequentano fino a quando la famiglia della giovane decide di abbandonare il paese e trasferirsi nuovamente. Contemporaneamente Salvatore parte per il servizio militare a Roma perdendo definitivamente la speranza di rivedere l'amata Elena. Messi da parte i ricordi della propria infanzia e adolescenza, Totò non ritorna più nel paese natale, riesce a coronare il proprio sogno diventando un affermato regista ma la sua vita privata non lo rende affatto un uomo felice. In seguito al funerale di Alfredo, Salvatore ritorna in Sicilia, ormai il Cinema Paradiso è un ricordo assai lontano e doloroso e il locale, ormai abbandonato,  viene demolito sotto gli occhi di Salvatore e degli altri abitanti. Le macerie di quel cinema sono paragonabili a quelle che l'uomo porta in cuor suo, i ricordi affiorano naturalmente come fossero immagini proiettate su uno schermo. In questa occasione Salvatore rivede Elena ma l'immagine attuale non rispecchia i ricordi della mente, la donna è ormai sposata con un vecchio compagno di scuola di Totò. Affranto, rassegnato e malinconico l'uomo ritorna a Roma con una bobina lasciatagli da Alfredo, la scena finale del film ci conduce all'interno di una sala cinematografica in cui Salvatore assiste alla proiezione di tutti quei famosi baci dei vecchi film censurati all'epoca da Don Adelfio. Dinanzi a queste immagini senza tempo il regista si commuove inevitabilmente, rievocando la propria infanzia, quando la spensieratezza dell'età non aveva ancora il gusto della malinconia.
Vincitore del premio Oscar come miglior film straniero del 1990 e di altri premi, questa storia sembra davvero non avere tempo, è una storia commovente, vera e nostalgica resa ancora più affascinante dal fedele ritratto di un piccolo paese della Sicilia tra gli anni 40' e 50'.  Nuovo Cinema Paradiso è un film sul cinema, in cui le vicende dei personaggi e di Salvatore sono scandite dal ritmo dei grandi western, delle storie d'amore, dei drammi ispirati alla guerra, dei documentari, di Chaplin e delle comiche del grande Totò.
Nuovo Cinema Paradiso si potrebbe definire come un viaggio del cinema nel cinema, in cui le grandi storie d'amore, quelle del grande schermo, possono avverarsi anche nella realtà a patto che non si lascino sfuggire poichè il prezzo da pagare sarebbe una vita piena di bei ricordi e rimpianti.

LO SPETTATORE SOGNANTE

 Siamo tutti spettatori sognanti







Siamo tutti spettatori, spettatori della vita di tutti i giorni, delle promesse, delle ambizioni, dei fatti, delle paure  e delle persone, ma nel momento in cui siamo di fronte ad uno schermo, sia esso di piccole o grandi dimensioni, allora siamo spettatori sognanti di cinema, del grande cinema, dei film, delle opere che in un modo o nell'altro ci coinvolgono portandoci in una dimensione che può, a volte, trasportarci in un altro mondo, oppure catapultarci nella dura e cruda realtà. Il cinema mi attrae fin da piccola, attraverso i film mi immergevo in un'altra dimensione e sognavo ad occhi aperti; sognavo di essere una particolare protagonista, oppure immaginavo una determinata situazione, più di tutto ciò che sempre mi è rimasto impresso è la sensazione di sentirmi una viaggiatrice di epoche, stili e ambienti, come se per magia avessi potuto realmente vivere ciò che i miei occhi guardavano.
Oggi, grazie alle innovazioni e ai progressi della tecnologia i film sono facilmente reperibili, possiamo goderceli privatamente e tranquillamente nelle nostre case, ma secondo me il fascino di una sala cinematografica è ineguagliabile. I miei sentimenti a riguardo sono a favore della magia che si viene a creare ogni volta che metto piede in un cinema.  E' bellissimo entrare in una sala e vedere il grande schermo preceduto dall'invitante e colorata distesa di posti a sedere, percepire tutti gli odori e profumi, non solo di pop corn, sedersi e sentire quella magica attesa che precede il momento della visione, quando le luci si abbassano e le voci delle persone diventano sottili bisbigli. Oggi questa sorta di rituale si sta affievolendo, la classica sala cinematografica d'un tempo ha lasciato spazio ai vari multisala forniti di bar e piccoli ristoranti, luoghi di grande richiamo certo, ma indubbiamente non è più la stessa cosa. A me piace pensare che questo piccolo grande rituale non si perda e che lo spettacolo delle sale cinematografiche possa vivere in eterno.